Il  Trittico di S. Erasmo,

 

 

                come appare in una splendida fotografia dell’opera originale di Perin del Vaga,

                                di cui ringraziamo l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.

 

           Pietro Buonaccorsi, nato a Firenze nel 1501 e conosciuto come Perin del Vaga, dal nome del suo primo maestro, fu allievo di Ridolfo Ghirlandaio e di Raffaello, lavorò a Roma e collaborò con il Parmigianino; nel 1528 si trasferì a Genova come artista di corte al servizio di Andrea Doria, per il quale realizzò le decorazioni del Palazzo di Fassolo ( Palazzo del Principe ). Dipinse numerose tele, esposte in vari musei del mondo, ed anche il Polittico di Sant’Erasmo per il nostro oratorio. Morì nel 1547; è sepolto al Pantheon vicino a Raffaello.

         Come mai una persona tanto importante si interessò ad un piccolo oratorio in un piccolo borgo di pescatori e di contadini, come era Quinto a quei tempi ?  Accadde che, nel viaggio da Pisa verso Genova, la nave su cui Perin si trovava naufragò nella zona di mare antistante Quinto; l’artista riuscì a salvarsi, forse con l’aiuto dei pescatori di Bagnara, rimase soddisfatto dell’accoglienza ricevuta e, per riconoscenza e magari per adempiere ad un voto espresso nel momento del pericolo, eseguì il dipinto per l’oratorio.

 

Il polittico è formato da sei parti:

nella lunetta superiore è rappresentata la Madonna con S. Nicola da Bari e Santa Chiara,

nei tre riquadri sottostanti si riconoscono S. Pietro che tiene le chiavi, S. Erasmo al  centro, S. Paolo a destra,

nella predella rettangolare inferiore di sinistra è rappresentata la vocazione di S. Pietro; in quella di destra il naufragio da cui Perin si salvò e che fu l’occasione per creare il complesso dipinto.

 

         Il polittico è ben conosciuto nell’ambiente artistico e giustamente considerato un prezioso capolavoro di Perin del Vaga; come detto, l’originale non si trova più nel nostro oratorio: quella che vediamo è una copia, seppure di buona fattura.

         Nei nostri archivi abbiamo recuperato le pagine dei verbali delle assemblee della Confraternita in cui, tra il 1868 ed il 1871, si decise e si realizzò la vendita del dipinto alla Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova; la cessione fu deliberata per estinguere i debiti e per lavori urgenti all’immobile, al prezzo di Lire settemila. Per soddisfare le richieste dei Quintesi, contrariati dalla vendita, il direttore dell’Accademia di quegli anni,  Giovanni Quinzio, eseguì la copia del dipinto, che da allora conserviamo sopra l’altare di S. Erasmo. 

 

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